Sarà che la notte è arcana e ti obbliga a cercare una luce, per quanto fioca; una via d’uscita, per quanto angusta . Ti mette con le spalle al muro. E così ci attrae il non visto, il dormiente e con esso, il sogno. Viviamo un’altra dimensione, un’esistenza parallela; scrutiamo con occhi rinnovati e riconosciamo nuove vite. Le ombre non sono più ombre: sono veli che accarezzano il selciato, che si insinuano nelle più piccole fessure delle mura e delicatamente coprono crepe e strappi. Si trasfigurano le costruzioni, si dissolve lo spessore dei corpi. E le gocce di pioggia si trasformano in una cascata di luce, le torri non sono più di vetro e acciaio ma di sogni riflessi in geometrie luminose. Lampi di luce guizzano nell’oscurità, si aprono nuovi sentieri visivi inafferrabili,unici e irripetibili. È il provato prima della nascita, è mondo liquido : mondo in bianco e nero. Una frazione di secondo e diventiamo padroni del tempo: lo fermiamo, fissiamo l’immagine per catturarne l’essenza. Nei momenti di grazia, ci è concesso.